Artisti Contemporanei: itinerari nell’arte contemporanea da Marco Manzo a Cindy Sherman

Valeria Fossatelli

Settembre 12, 2025

Artisti contemporanei a confronto: L’arte contemporanea è fatta di traiettorie divergenti, ma spesso accomunate dalla volontà di rompere i confini e ridefinire i linguaggi. Alcuni artisti hanno scelto il corpo come luogo di indagine, altri hanno guardato alla natura, altri ancora hanno lavorato sull’identità o sulla materia pura. Per questo approfondimento abbiamo scelto di mettere a confronto Marco Manzo, Cindy Sherman, Jean-Michel Basquiat, Arnaldo Pomodoro e Giuseppe Penone: cinque figure molto diverse, ma legate da un filo rosso comune.

In foto Arnaldo Pomodoro e Marco Manzo

Questi autori, pur provenendo da contesti lontanissimi – dal tatuaggio all’Arte Povera, dalla fotografia concettuale al neo-espressionismo – hanno tutti infranto barriere tra discipline, portando linguaggi ritenuti marginali o sperimentali all’interno delle istituzioni più prestigiose. Hanno ridefinito il rapporto tra arte e corpo, tra arte e spazio urbano, tra arte e natura, tra arte e identità personale, aprendo così nuove strade alla creatività contemporanea.

Per questo approfondimento abbiamo scelto cinque figure emblematiche: Marco Manzo, Cindy Sherman, Jean-Michel Basquiat, Arnaldo Pomodoro e Giuseppe Penone. A unirli è la capacità di aver portato linguaggi non convenzionali – dal tatuaggio alla fotografia concettuale, dall’Arte Povera alla scultura monumentale, fino al neo-espressionismo – dentro il sistema museale e nel cuore del dibattito critico. Ognuno di loro, con mezzi e poetiche differenti, ha contribuito a ridefinire il rapporto tra arte, società e individuo.

Marco Manzo: tra corpo, tatuaggio e architettura

Romano, scultore e tatuatore, Marco Manzo ha avuto un percorso fuori dagli schemi. Considerato il pioniere dello stile ornamentale nel tatuaggio, ha elevato questa pratica a forma d’arte riconosciuta da istituzioni e musei. Le sue sculture in marmo, bronzo e ceramica hanno trovato spazio accanto ai tatuaggi in un dialogo costante tra linguaggi diversi.

Artisti Contemporanei a confronto

Considerato il pioniere dello stile ornamentale, ha portato i suoi lavori in contesti prestigiosi come la Biennale di Venezia, il Vittoriano e il MACRO, oltre che in luoghi religiosi, segnando un passaggio decisivo per la legittimazione del tatuaggio come forma d’arte. Le sue sculture in marmo, bronzo e ceramica dialogano costantemente con la dimensione corporea e con la tradizione plastica.

Artisti Contemporanei a confronto

Lo scorso anno al Metropolitan Museum of Art di New York,  è stata organizzata una lectio magistralis sul suo percorso. In quell’occasione un collezionista privato ha donato al museo 66 prove d’autore della sua installazione Lastre. L’opera, già presentata alla Biennale di Architettura di Venezia e in seguito esposta in fiere internazionali come Art Basel Miami Beach, è composta da pannelli che sovrappongono radiografie e tatuaggi, creando un parallelismo tra corpo umano e architettura: le ossa come struttura portante, il tatuaggio come facciata.

La particolarità di Lastre è la sua natura combinatoria: miliardi di possibili configurazioni rendono l’opera teoricamente infinita, una sorta di “atlante genetico” che si rinnova costantemente. In questo progetto Manzo afferma una concezione dell’arte come ricerca dell’eternità, capace di proseguire oltre la vita dell’autore stesso. Non sorprende quindi che le quotazioni delle sue opere siano in crescita, sostenute da un percorso che lo ha visto passare dalla scena underground del tatuaggio al riconoscimento delle più alte istituzioni museali.

Cindy Sherman: l’identità come maschera

Cindy Sherman ha ridefinito la fotografia contemporanea trasformandola in un laboratorio sull’identità. Fin dagli anni Settanta, attraverso autoritratti in cui interpreta personaggi sempre diversi, l’artista americana ha messo in discussione i ruoli di genere, i cliché cinematografici e le costruzioni culturali che modellano l’immagine della donna. Ogni fotografia diventa un palcoscenico, in cui Sherman è insieme attrice, regista e scenografa, e in cui il corpo si fa maschera mutevole.

La forza del suo lavoro risiede nella capacità di smontare l’idea di un “io” stabile e di restituire invece l’identità come costruzione fluida, frammentata, continuamente reinventata. Questo approccio ha avuto un impatto enorme sia sulla critica femminista sia sulla fotografia come linguaggio artistico. Le sue opere, oggi presenti nelle principali collezioni museali, dimostrano che la fotografia non è solo documento, ma può diventare un dispositivo critico capace di interrogare la società e i suoi stereotipi.

Jean-Michel Basquiat: energia e ribellione

Jean-Michel Basquiat ha vissuto intensamente e brevemente, ma ha lasciato un segno indelebile nell’arte del Novecento. Partito dai graffiti nei quartieri di New York, ha trasformato la sua urgenza espressiva in tele che univano segni primordiali, scritte, anatomie e riferimenti culturali complessi. Il suo linguaggio, a metà fra pittura colta e ribellione di strada, era lo specchio di una società segnata dal razzismo, dalle disuguaglianze e dall’alienazione urbana.

Basquiat riusciva a intrecciare riferimenti storici e mitologici con la vita quotidiana delle periferie, dando voce a chi era escluso dai circuiti ufficiali. La sua carriera fulminea, conclusa a soli 27 anni, è diventata simbolo dell’artista bruciato dal successo e dall’intensità creativa. Le sue opere, oggi battute all’asta a cifre record, non sono solo oggetti di culto, ma documenti di un’epoca in cui la strada e la galleria iniziavano a dialogare, aprendo nuove prospettive per l’arte contemporanea.

Arnaldo Pomodoro: scultura come architettura della materia

Artisti Contemporanei a confronto

Arnaldo Pomodoro ha fatto della scultura un linguaggio monumentale e simbolico. Le sue celebri sfere, collocate in piazze, musei e spazi pubblici di tutto il mondo, rappresentano l’incontro tra perfezione esterna e frattura interna. La superficie liscia e lucida si apre, mostrando un cuore complesso, fatto di ingranaggi, geometrie e cavità che evocano l’idea di un ordine nascosto nella materia.

Il lavoro di Pomodoro non è solo estetico, ma anche concettuale: invita lo spettatore a riflettere sul rapporto tra esterno e interno, tra apparenza e realtà, tra armonia e caos. La sua scultura diventa così una sorta di architettura della materia, capace di dialogare con l’ambiente urbano e al tempo stesso di proporre una riflessione universale. La sua ricerca, che unisce rigore geometrico e immaginazione visionaria, ha reso Pomodoro uno dei protagonisti assoluti della scultura contemporanea.

Giuseppe Penone: la natura come memoria

Giuseppe Penone, esponente dell’Arte Povera, ha dedicato la sua opera al rapporto fra uomo e natura. Fin dagli anni Settanta ha lavorato con alberi, pietre, acqua e materiali organici per restituire la memoria dei processi naturali. Celebre è il suo gesto di incidere tronchi di alberi per riportarli alla forma originaria, rivelando al loro interno la sagoma di un giovane arbusto. Questo gesto diventa metafora del tempo e della crescita, ma anche della capacità dell’arte di riportare alla luce ciò che è nascosto.

Il lavoro di Penone esplora il legame profondo tra corpo umano e mondo naturale: impronte delle mani lasciate sull’argilla, bronzi che riproducono le texture della pelle, installazioni che intrecciano vegetale e artificiale. In questo modo l’artista ha trasformato la scultura in un atto di ascolto e di dialogo con la natura, offrendo un’alternativa poetica alla frenesia della modernità. Le sue opere, oggi esposte nei principali musei del mondo, testimoniano la forza di un’arte che guarda alle radici per parlare al presente.

Il filo rosso dell’innovazione

Mettere a confronto Manzo, Sherman, Basquiat, Pomodoro e Penone significa attraversare mondi lontanissimi: tatuaggio e fotografia, scultura monumentale e arte povera, neo-espressionismo e installazione. Eppure, tutti condividono un tratto comune: la capacità di superare i confini, portando linguaggi non convenzionali dentro i musei e nel cuore del dibattito artistico.

In modi diversi, questi artisti hanno ridefinito il rapporto tra arte e corpo, tra arte e natura, tra arte e società. È questo filo rosso – l’innovazione, la contaminazione, la sfida alle regole – a renderli parte di una stessa costellazione. In un mondo che cambia rapidamente, il loro lavoro ci ricorda che l’arte non è solo specchio della realtà, ma anche strumento per immaginarla di nuovo.