
Dove smaltire la cera del formaggio - www.quotidianoarte.it
Ce lo hanno ripetuto più e più volte: ogni singolo rifiuto che produciamo ha un modo differente di esser smaltito, a partire dal contenitore nel quale esso va depositato.
Regole che non sempre tutti rispettano e, non dappertutto, si ha la possibilità di vedere una raccolta differenziata che arriva al 100% e dove tutti, ma proprio tutti, le rispettano queste regole. I comuni, dal canto loro, mettono in campo diverse strategie affinchè tutti i cittadini conoscano queste regole.
A partire anche, dallo smaltimento non solo dei rifiuti più comune, quale la plastica, la carta o il vetro, ma anche di quelli che sono rifiuti che, apparentemente, sembra non sappiamo dove vadano depositati.
La paraffina: si ricicla o no?
Quando pensiamo allo smaltimento dei rifiuti, pensiamo solo a quel che riguarda quelli più comuni quali plastica, vetro e carta. Dobbiamo sapere, però, che esistono anche altri tipi di rifiuti che, sempre, abbiamo in casa ma che, dall’altro lato, non sappiamo dove vadano conferiti, poiché non rientrano in quelle che sono le classiche categorie che conosciamo.
Un esempio? Può capitare che acquistiamo alcune tipologie di formaggio, come il Galbanino, e notiamo che questi è rivestito di un materiale simil cera che, ovviamente, non è possibile mangiare. La domanda è: una volta “sbucciato” dove va buttato? Partiamo dal presupposto che si tratta di un rivestimento composto di paraffina che ha una funzione importante proprio per il formaggio stesso.
Il suo scopo è quello di proteggere il formaggio dall’ossigeno esterno, dall’umidità, di evitare la formazione di muffe o croste attorno al formaggio stesso e, soprattutto, per alcuni di questi formaggi, ne facilita anche la stagionatura. Questa cera può essere di origine animale (tipo la cera d’api) ma anche di origine vegetale o minerale (come la paraffina).
Ecco a cosa serve attorno al formaggio
Detto questo, e compreso il fatto che essa non è commestibile, dove la si getta? Nella stragrande maggioranza dei casi, essa va nell’indifferenziato perché la cera non è biodegradabile. Quando invece sappiamo che è di origine naturale, allora va conferita nell’umido, perché può essere riciclata.

Di solito, però, sulle confezioni, non troviamo mai l’indicazione di dove vada smaltita la cera di rivestimento, molto spesso perché c’è difficoltà a catalogare un materiale che può avere composizioni diverse a seconda del produttore. Nella grande maggioranza dei casi, però, sappiamo che si tratta di paraffina e che, quindi, non può essere riciclata e va inserita nel sacco nero, contenitore dell’indifferenziato.
Un piccolo gesto in più per proteggere l’ambiente ed evitare che sia invaso anche da rifiuti di questo tipo.