
Origini e significato del nome(www.quotidianoarte.it)
Nel cuore di Roma, si erge un gioiello architettonico che rappresenta l’unica chiesa gotica della città eterna.
Nonostante la sua facciata austera e semplice, la basilica custodisce al suo interno tesori artistici e storici che la rendono una meta imperdibile per chi visita la capitale italiana. Entrando, si viene immediatamente avvolti da un’atmosfera di meraviglia, con interni che sorprendentemente contrastano con l’esterno sobrio.
Il nome “Santa Maria sopra Minerva” rivela una ricca stratificazione storica. La chiesa è costruita proprio sopra le rovine di un antico tempio dedicato a Minerva, la dea romana della saggezza e delle arti. Questa scelta di ubicazione non è casuale: nel Medioevo era comune edificare luoghi di culto cristiani su antichi templi pagani, sia per motivi pratici sia simbolici, per affermare la supremazia del cristianesimo sulle religioni precedenti.
La costruzione della basilica iniziò nel XIII secolo, quando l’Ordine dei Domenicani ottenne il sito. La chiesa, pur nella sua modestia, si ispirava alla maestosa Basilica di Santa Maria Novella di Firenze, un esempio di grandezza architettonica che i frati domenicani volevano richiamare a Roma.
Un viaggio tra le meraviglie artistiche
Varcando la soglia della basilica, i visitatori vengono accolti da un soffitto a volta di un intenso blu, decorato con stelle dorate che evocano il cielo. Questo elemento non è solo un semplice abbellimento, ma riflette la concezione medievale del divino, creando un senso di ascensione spirituale.
Tra le opere d’arte più significative della basilica spicca il “Cristo della Minerva”, una statua marmorea di Michelangelo che rappresenta Cristo risorto che sostiene la croce. Realizzata tra il 1514 e il 1521, questa scultura è considerata uno dei capolavori della scultura rinascimentale, simbolo di una fede viva e vibrante. La statua si trova nella navata sinistra e attira l’attenzione di tutti i visitatori, incantati dalla sua espressività e dal virtuosismo tecnico dell’autore.
Un altro punto focale sono gli affreschi di Filippino Lippi nella Cappella Carafa, che narrano la vita di San Tommaso d’Aquino e della Madonna. Questi affreschi sono un esempio straordinario della pittura rinascimentale e offrono uno spaccato della devozione religiosa dell’epoca, con una ricchezza di dettagli e colori che catturano l’osservatore.
La Cappella Aldobrandini, invece, è un trionfo di marmi policromi e stucchi barocchi, ospitando le tombe di importanti papi Medici come Leone X e Clemente VII. Qui, la magnificenza dell’arte barocca si fonde con la storia papale, rendendo questo luogo un vero scrigno di cultura e potere.
Non si possono dimenticare le cappelle laterali, alcune delle quali ospitano opere attribuite a grandi maestri come Gian Lorenzo Bernini e il Perugino. Ogni angolo della basilica è un invito a scoprire storie e significati nascosti, che raccontano di una Roma ricca di storia e spiritualità.

Appena fuori dalla basilica, in Piazza della Minerva, si trova uno dei monumenti più bizzarri di Roma: l’obelisco sorretto da un elefante, noto come il Pulcin della Minerva. Progettato da Gian Lorenzo Bernini nel 1667 su commissione di Papa Alessandro VII, l’obelisco è un omaggio alla saggezza, un attributo tradizionalmente associato agli elefanti. Questa scultura, che combina elementi egizi e barocchi, è una testimonianza dell’ingegno artistico di Bernini e della sua capacità di mescolare stili e significati.
L’obelisco stesso risale al IV secolo a.C. ed era stato rinvenuto nei pressi del Tempio di Iside. La scelta di collocarlo su una base a forma di elefante non è solo un capriccio artistico, ma anche un chiaro messaggio di potere e intelligenza, riflettendo il pensiero erudito del tempo.