
Bonus, Luce e Gas, adesso il rimborso delle utenze arriva per tutti -quotidianoarte.it
La legge permette ai lavoratori di ottenere il rimborso delle utenze anche per abitazioni non principali, se le spese sono tracciabili e sostenute da loro o dai familiari.
Nel 2024, tra le misure pensate per alleggerire il carico economico delle famiglie, torna il rimborso delle utenze domestiche come fringe benefit. Parliamo di bollette per luce, gas e acqua, rimborsabili dal datore di lavoro sotto forma di agevolazione non tassata. Il tema riguarda migliaia di lavoratori e ha sollevato dubbi non solo sul tetto massimo di spesa o sui limiti temporali, ma anche sulla tipologia di immobili ammessi. Una questione concreta, soprattutto in un periodo segnato da costi energetici elevati e da nuclei familiari con strutture abitative complesse.
Quando è possibile chiedere il rimborso per immobili diversi dalla residenza
La norma, per come è scritta, non impone che l’immobile sia abitazione principale del lavoratore. Questo significa che il rimborso può valere anche per altre case, a patto che siano a uso abitativo e che le spese siano sostenute direttamente dal dipendente o da un componente del suo nucleo familiare.
Rientrano, per esempio:
case secondarie intestate al lavoratore o ai suoi familiari;
abitazioni dove non risulta la residenza, ma dove si pagano regolarmente le utenze;
immobili concessi in comodato ai figli;
proprietà dei genitori, se le bollette sono pagate dal lavoratore.

È sufficiente che la casa abbia destinazione abitativa. Non conta se sia abitata in modo continuativo. Ciò che rileva è chi paga le spese. Se il dipendente versa l’importo, anche per conto di un parente, può chiedere il rimborso.
Questa apertura, inserita nel quadro delle agevolazioni 2024, allarga molto il perimetro dei potenziali beneficiari. Si può infatti ottenere il fringe benefit anche per un appartamento al mare, o per una seconda casa in montagna, se intestata o pagata dal lavoratore. Una possibilità concreta, che molte aziende stanno valutando di includere nei pacchetti di welfare.
I documenti da esibire per ottenere il rimborso
Per accedere al rimborso delle bollette, serve dimostrare con chiarezza che l’onere economico è stato effettivamente a carico del lavoratore o di un suo familiare. Non basta mostrare l’intestazione della fattura. Servono prove di pagamento e collegamenti chiari tra il soggetto e l’immobile.
In pratica, è necessario:
conservare le ricevute di pagamento delle utenze, con l’indicazione del nominativo del lavoratore o del familiare;
in caso di utenze condominiali, presentare una ripartizione dettagliata o un’attestazione che indichi quanto pagato per la singola unità abitativa;
dimostrare, quando l’immobile è intestato a terzi, il legame con chi paga le bollette (ad esempio, con un certificato anagrafico o una dichiarazione di convivenza).
Il datore di lavoro può chiedere ulteriore documentazione per verificare la tracciabilità delle spese. È quindi consigliabile non aspettare l’ultimo momento per recuperare tutto. Ogni importo deve poter essere ricondotto, senza ambiguità, al lavoratore.
Il fringe benefit sulle utenze resta fuori dall’imponibile fiscale fino a un limite stabilito per legge. All’interno di quella soglia, il rimborso è netto e rappresenta un aiuto concreto, soprattutto per chi gestisce più immobili o ha figli che abitano in case diverse.
Un elemento importante, in un periodo in cui l’equilibrio dei bilanci familiari è spesso messo alla prova dalle spese ordinarie. E non a caso molte aziende stanno riscoprendo questo strumento, semplice da gestire e utile per fidelizzare i propri dipendenti.