Milano Fashion Week: da Marco Manzo a Murakami e Abramović, il dialogo tra moda e arte contemporanea

Valeria Fossatelli

Settembre 25, 2025

Moda come linguaggio culturale

La Milano Fashion Week 2025 non è soltanto l’occasione per presentare collezioni e tendenze: è soprattutto un grande laboratorio di linguaggi, un luogo in cui la moda si intreccia con l’arte contemporanea e diventa parte del dibattito culturale globale. Da anni ormai le passerelle non sono solo sfilate, ma vere e proprie performance, capaci di trasformare l’abito in opera d’arte e di portare la creatività oltre i confini del tessuto.

Da Marco Manzo a Murakami: quando l’arte incontra la moda

In questo percorso di contaminazioni, diversi artisti hanno contribuito a ridefinire i rapporti tra moda e arte. In Italia, Marco Manzo ha fatto entrare il tatuaggio ornamentale nell’Alta Moda Roma, trasformando la pelle delle modelle in raffinati bustier di pizzi, mandala e chandelier vittoriani, presentati al MAXXI di Roma in una performance che ha segnato una svolta nella percezione del tatuaggio. Da semplice decorazione a simbolo di eleganza e raffinatezza, riconosciuto persino dalle istituzioni culturali.

Allo stesso modo, a livello internazionale, Takashi Murakami ha portato la sua estetica pop e colorata nelle collezioni di Louis Vuitton, Marina Abramović ha trasformato il gesto performativo in linguaggio di moda, e Damien Hirst ha contaminato abiti e accessori con i suoi motivi iconici. Esperienze diverse ma unite dalla stessa volontà: mostrare che la moda non è solo stile, ma un territorio critico dell’arte contemporanea.

Moda e arte: un’estetica condivisa

L’ingresso del tatuaggio nel mondo dell’alta moda, promosso da Marco Manzo con il suo Tattoo d’Haute Couture, ha avuto un valore di rottura. Per la prima volta il tatuaggio veniva dichiarato simbolo di raffinatezza, ribaltando decenni di pregiudizi e aprendo alle istituzioni la possibilità di riconoscerlo come linguaggio artistico. Quella stessa tensione innovativa si ritrova oggi nelle passerelle della Milano Fashion Week, dove ogni abito è concepito come pezzo unico e ogni collezione si fa portavoce di una visione del mondo.

La moda come arte vivente

La Milano Fashion Week conferma come moda e arte contemporanea viaggino ormai sulla stessa linea, fondendosi in una ricerca estetica che ha al centro l’unicità e il messaggio culturale. Marco Manzo, con il suo lavoro pionieristico nel coniugare tatuaggio e alta moda, si inserisce in una genealogia che va da Murakami ad Abramović, dimostrando come anche il corpo possa diventare tela, performance e simbolo.

Oggi moda e arte condividono una missione comune: raccontare la società, provocarla, trasformarla. Non più discipline parallele, ma forme convergenti di creatività contemporanea.