Moneta da 33 grammi d’oro: se la trovi potresti diventare ricco all’istante

Francesco Giuliani

Settembre 4, 2025

Un capolavoro della zecca di Torino: 10 scudi d’oro 1641 (detto 5 doppie), classificato MIR 844c con rarità estrema, coniato durante la reggenza di Cristina di Francia per omaggi e pagamenti di corte.

Tra le monete che accendono l’immaginazione dei collezionisti c’è il 10 scudi d’oro 1641 di Carlo Emanuele II, multiplo prestigioso del Ducato di Savoia battuto a Torino in piena reggenza della madre Cristina di Francia. Parliamo di un’emissione RRRR, catalogata MIR 844c (R/8), con peso attorno a 33,1 grammi e connotata da una presenza scenica fuori scala: busti accollati di madre e figlio al diritto e grande scudo araldico in cornice barocca al rovescio. Un conio nato – verosimilmente – per omaggi diplomatici e pagamenti di altissimo livello, dunque rarissimo già all’origine.

Contesto storico: reggenza e moneta di prestigio

Carlo Emanuele II fu duca dal 1638 al 1675; tra 1638 e 1648 governò sotto la tutela della madre Cristina di Francia. In quegli anni la monetazione aurea non era destinata alla circolazione comune, ma soprattutto a funzioni rappresentative: l’oro diventava strumento politico, veicolo di propaganda e mezzo per consolidare alleanze. Il multiplo da 10 scudi va letto proprio in questo contesto: un’espressione tangibile della potenza e del rango della corte torinese.

Caratteristiche tecniche e varianti

Il 10 scudi d’oro 1641 presenta al diritto i busti affiancati di Cristina di Francia e del giovane Carlo Emanuele II, mentre al rovescio campeggia lo scudo sabaudo ornato. È stato coniato in pochissimi esemplari, spesso con piccole screpolature e mancanze di metallo dovute alla complessità della battitura. Le fonti numismatiche lo descrivono con diametro imponente e fattura curata, tanto da essere considerato uno dei massimi capolavori della monetazione sabauda.

Rarità e classificazione

Nel MIR Piemonte la moneta è catalogata al n. 844c con grado di rarità R/8, equivalente a RRRR, cioè tra i livelli più alti di rarità conosciuti. Questo significa che sul mercato compaiono pochissimi esemplari, spesso provenienti da antiche collezioni nobiliari.

Passaggi in asta e valori realizzati

Negli ultimi decenni, alcuni rari esemplari sono apparsi in importanti aste internazionali, sempre con grande attenzione dei collezionisti.

  • Heritage Auctions, Dallas – marzo 2021: esemplare certificato NGC AU 58, venduto a circa 156.000 USD (136.000 EUR).

  • Nomisma Numismatic Auctions – ottobre 2014: esemplare SPL aggiudicato per 100.000 EUR (buyer’s premium incluso).

  • Nomisma Asta 74, lotto 1737: base d’asta 70.000 EUR per un esemplare BB+/qSPL.

  • Numista indica un valore indicativo di circa 130.000 EUR.

  • CoinsCatalog.net propone un range orientativo tra 14.000 e 65.000 USD in base alla conservazione (da VG a XF).

Questi dati mostrano come la moneta abbia un mercato estremamente ristretto ma vivace, con valutazioni che possono superare le sei cifre per i pezzi meglio conservati.

Un simbolo di potere e storia

Il 10 scudi d’oro del 1641 non è solo una moneta, ma un simbolo della storia sabauda e della Torino seicentesca, segnata da guerre, diplomazia e splendore barocco. Oggi resta come testimonianza rara e prestigiosa del potere ducale e della capacità della zecca torinese di produrre pezzi destinati a lasciare un segno nel tempo.