Pensione minima 2025: ecco a quanto ammonta davvero e chi può richiederla

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Ludovica Rossi

Agosto 26, 2025

In vista del nuovo anno, molti pensionati si chiedono: quanto vale la pensione minima nel 2025 e quali sono i requisiti per poterla percepire? Le novità riguardano sia l’importo aggiornato, sia le condizioni che determinano il diritto all’integrazione. Questo articolo ti guida attraverso i numeri ufficiali, le soglie reddituali e chi può davvero sperare in un aiuto economico concreto.

Quanto vale la pensione minima nel 2025

Per il 2025 è stato confermato un incremento speciale per le pensioni al minimo. La rivalutazione automatica (allo 0,8%) ha portato l’importo base a 603,40 € al mese per tredici mensilità, pari a circa 7.844,20 € su base annua. Ma non è tutto: grazie a un aumento straordinario introdotto nelle legge di bilancio, chi percepisce la pensione minima potrà ottenere fino a 616,67 € al mese. Questo adeguamento è valido almeno fino al 2026, con un’ulteriore rivalutazione prevista del +1,3 % per quell’anno.

Chi può beneficiare dell’integrazione al minimo

Per avere diritto a questa integrazione, i requisiti principali sono due:

  • Essere titolari di una pensione diretta (ad esempio vecchiaia, anticipata, invalidità) o indiretta (reversibilità).
  • Essere in possesso di un sistema pensionistico retributivo o misto (ovvero aver iniziato a versare contributi prima del 1° gennaio 1996); chi è entrato nel sistema contributivo puro dopo il 1996 è escluso.

Inoltre, l’integrazione non è automatica: deve essere richiesto se si percepisce una pensione inferiore al minimo stabilito. L’importo può essere totale o parziale a seconda del reddito personale o familiare.

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Le soglie di reddito per l’integrazione

Le soglie sono cruciali per capire se si ha diritto all’integrazione al minimo:

  • Integrazione totale: se il reddito personale non supera 7.844,20 € all’anno, l’assegno viene portato automaticamente a 603,40 €. Con l’incremento, si arriva fino a 616,67 € mensili.
  • Integrazione parziale: se il reddito è compreso tra 7.844,20 € e 15.688,40 €, scatta un calcolo proporzionale basato sulla differenza tra soglia massima e reddito, divisa per 13 mensilità.
  • Per i pensionati coniugati, si tiene conto anche del reddito del coniuge. L’integrazione totale è prevista se il reddito complessivo familiare è inferiore a 31.376,80 €. Tra 31.376,80 € e 39.221 €, si applica un’integrazione parziale, mentre sopra i 39.221 € non è riconosciuta alcuna integrazione.

Esempi pratici di calcolo dell’integrazione

È utile vedere due esempi per chiarire il funzionamento:

  • Un pensionato single percepisce 250 € al mese e dichiara un reddito annuo di 6.500 €. Ha diritto all’integrazione piena (fino a 616,67 €).
  • Un altro pensionato ha un reddito di 12.000 € annui. La differenza tra 15.688,40 € (soglia massima doppia) e 12.000 € è 3.688,40 €. Dividendo per 13 si ottiene ~283,72 € mensili da aggiungere alla pensione base.

Importo annuo lordo e adeguamenti straordinari

Molte delle misure introdotte nel 2025 sono frutto di interventi straordinari per tutelare i pensionati più fragili. L’incremento del 2,2 % sul trattamento minimo si aggiunge alla rivalutazione standard dello 0,8 %. Questo sforzo legislativo mira a mantenere un livello minimo di benessere per chi vive solo con assegni pensionistici molto contenuti.

In sintesi, la pensione minima nel 2025 può arrivare fino a 616,67 € mensili (7.844,20 € annuali), grazie agli aggiornamenti previsti. L’integrazione al minimo spetta solo a chi soddisfa specifici requisiti contributivi e reddituali. Se il tuo assegno è basso, conviene verificare la tua situazione e valutare la possibilità di richiedere l’integrazione. Questo meccanismo può fare una grande differenza in termini di stabilità economica.