
Una meraviglia naturale piena d'oro - quotidianoarte.it
Una spiaggia in cui ogni granello vale il suo stesso peso in oro, forse non sembra, ma è una rarità unica al mondo.
A prima vista sembra una spiaggia come tante, ma nasconde un segreto brillante e quasi impercettibile, un tesoro invisibile nascosto sotto i piedi. In questo luogo la sabbia luccica e splende, ma non per i riflessi del sole, la realtà è così sfuggente da sembrare quasi uno scherzo.
Siamo in Nuova Zelanda, più precisamente sulle coste dell’Isola Sud, dove i granelli d’oro si confondono con quelli di sabbia, mimetizzandosi e scomparendo nel mare. Minuscole particelle, talmente piccole da richiedere un microscopio elettronico per essere identificate, che si mischiano con le altrettanto piccole particelle della sabbia.
La spiaggia d’oro della Nuova Zelanda
Questo oro, detto “detritico”, arriva qui da molto lontano, trasportato da fiumi e ruscelli e si deposita lungo la costa grazie alla forza delle correnti. Con il passare del tempo, secolo dopo secolo, onda dopo onda, si è accumulato silenziosamente tra i granelli scuri di spiagge locali come Wangaloa.

Eppure, anche i cercatori più esperti l’hanno ignorato per decenni, troppo difficile da vedere, troppo complicato da raccogliere, almeno fino a pochi decenni fa. Un recente studio condotto da un team dell’Università di Otago ha deciso di cambiare prospettiva e guardare proprio lì dove nessuno guarda mai prima d’ora.
Le analisi, condotte sulle polveri più fini, grazie a sofisticate tecnologie ad altissima risoluzione, hanno rivelato forme diverse per ciascuna particella aurea presente. Alcune sono lisce, altre spigolose, alcune addirittura ricoperte da strati di argilla e oro secondario, come se la natura si fosse divertita a improvvisare micro-costruzioni.
Dave Craw, professore emerito di geologia e autore dello studio, ha spiegato che l’intento era proprio dare dignità a ciò che comunemente viene scartato. Nelle miniere e nei fiumi, i macchinari e i metodi tradizionali faticano a trattenere questi frammenti e quindi non si riesce a recuperare l’oro fine.
Per i sognatori che immaginano di arricchirsi con una padella da cercatore in mano e qualche ora di lavoro, però, le speranze sono ridotte all’osso. L’oro, così leggero e microscopico, tende a galleggiare sull’acqua anziché depositarsi come succede normalmente, sfuggendo agli strumenti più semplici e restando così irraggiungibile
Così, tra la sabbia scura e il fragore delle onde, resta solo la consapevolezza di un tesoro che c’è ma non si vede. Un richiamo per gli scienziati più che per gli avventurieri e un invito a osservare meglio ciò che sembra invisibile, perché a volte, anche ciò che non brilla può valere oro.