
Un divieto storico per proteggere la salute pubblica(www.quotidianoarte.it)
E’ stato ufficialmente introdotto un divieto di fumo esteso a quasi tutti i luoghi pubblici all’aperto, voluto dal Ministero della Salute.
Il nuovo regolamento, entrato in vigore dalla mezzanotte del 30 giugno, impone il divieto di fumare in un’ampia gamma di spazi pubblici all’aperto, estendendo così le restrizioni ben oltre i tradizionali locali chiusi. Tra i luoghi interessati dal divieto figurano tutti i parchi pubblici, le spiagge, le fermate degli autobus, nonché le aree antistanti scuole, biblioteche e piscine. Questi sono spazi frequentati soprattutto da minori e famiglie, e la scelta del governo riflette la volontà di creare ambienti più sani e sicuri fin dalla prima infanzia.
Secondo dati recenti dell’Osservatorio francese sulle droghe e le tossicodipendenze, il numero di fumatori abituali in Francia è in costante diminuzione, attestandosi attualmente sotto il 25% della popolazione adulta. Tuttavia, il tabacco continua a rappresentare una delle principali cause di mortalità, con circa 200 decessi giornalieri legati a patologie correlate al fumo. La nuova normativa si inserisce dunque in un contesto di tutela della salute pubblica e di contenimento dei costi sanitari.
La ministra Catherine Vautrin ha sottolineato durante un’intervista che la priorità è la protezione delle nuove generazioni: «Dove ci sono bambini, il tabacco deve scomparire». Il suo ambizioso piano è che i bambini nati nel 2025 crescano in una società libera dal fumo.
Le critiche e le eccezioni al divieto
Nonostante il consenso delle associazioni per la salute pubblica e di molti cittadini, la misura ha sollevato anche critiche e preoccupazioni. Luc Baudry, commerciante parigino, ha riassunto il malcontento di una parte della popolazione affermando: “Fumare fa parte della nostra identità. Togliete le sigarette, e cosa ci resta? Frullati di cavolo nero?”. Questa frase evidenzia come in Francia il fumo sia spesso considerato un elemento profondamente radicato nella cultura sociale.
Il governo ha comunque previsto alcune eccezioni per non stravolgere completamente le abitudini dei cittadini e per tutelare alcuni settori economici. È infatti ancora permesso fumare ai tavolini all’aperto di bar, caffè e ristoranti, una concessione accolta con favore dagli esercenti preoccupati per possibili ripercussioni economiche. Inoltre, non sono soggetti al divieto gli spazi privati come cortili condominiali o balconi di abitazioni.
Le sanzioni per chi viola il divieto sono però già definite e rigorose: i trasgressori rischiano una multa di 135 euro, con le autorità locali incaricate di far rispettare la normativa.

La Francia, nella sua storia e nella sua attuale geopolitica, gioca un ruolo importante non solo in Europa ma anche a livello globale. È uno degli Stati fondatori dell’Unione europea, membro permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e potenza nucleare. Sul piano internazionale, continua a esercitare una significativa influenza politica, economica, militare e culturale.
Nel contesto della lotta al fumo, la decisione francese si inserisce in una tendenza globale a stringere le maglie delle restrizioni sul tabacco, con l’obiettivo di ridurre l’impatto sanitario e sociale di questa abitudine. La Francia è tra i Paesi europei che hanno adottato le misure più rigide, andando oltre ai tradizionali divieti nei luoghi chiusi.
La ministra Catherine Vautrin, figura chiave nella promozione di questa politica, continua a sostenere che l’ambizione è quella di estendere progressivamente la cultura di un ambiente senza fumo, partendo proprio dai luoghi frequentati dai più giovani.
Campagne educative e informative sono state lanciate in tutto il territorio nazionale per accompagnare l’entrata in vigore del divieto, con un’attenzione particolare ai giovani e alle famiglie, per favorire un cambiamento culturale e comportamentale duraturo.