
Un luogo magico e antico - quotidianoarte.it
Un luogo quasi inesplorato, pieno di segreti e avventure da vivere, facilmente raggiungibile anche dall’Italia.
Nel cuore di terre antiche e miti millenari, esistono ancora luoghi in cui il tempo sembra rallentare, dove gli alberi diventano custodi di civiltà scomparse. Proprio in uno di questi angoli remoti, sopravvive ciò che resta di un patrimonio vegetale che un tempo dominava, incontrastato e quasi eterni, l’intero paesaggio.
Proprio lì, tra silenzi profondi e profumi intensi, si cela un tesoro verde che ha attraversato secoli e secoli di storia, assistendo passivamente al passaggio delle ere. I “Cedri di Dio” sono quanto rimane dell’imponente foresta che ricopriva il Libano, un tempo fitta e rigogliosa, oggi frammentata e fragile.
Il mistero della Foresta dei Cedri di Dio
Non è un caso che il cedro, con la sua imponenza e longevità, sia diventato il simbolo del Paese, tanto da comparire sulla bandiera nazionale. Un emblema non solo naturale, ma anche culturale e spirituale, che racconta la storia del popolo e si fa personificazione della loro naturale resilienza.

Per millenni, il legno di questi alberi ha rappresentato una risorsa preziosa, già gli antichi egizi lo utilizzavano costruire le loro imbarcazioni. Ma non solo, anche il re Salomone per il suo tempio scelse il cedro, così come anche Assiri, Babilonesi, Romani e Ottomani.
Il valore dei cedri del Libano è riconosciuto anche dalle Sacre Scritture, sono citati oltre 70 volte nella Bibbia, segno della loro rilevanza. Importanti non solo a livello economico, ma anche simbolico e religioso, non sorprende quindi che siano considerati veri e propri alberi sacri.
Il risultato di tutto questo sfruttamento, ha però portato a una progressiva deforestazione che ha ridotto drasticamente l’estensione originaria della foresta, decimando gli alberi. Oggi i pochi esemplari superstiti si trovano ad alta quota, dove l’intervento umano è stato meno invasivo, come se la natura avesse deciso di proteggersi.
Sulle pendici del monte Makmel, sopra i 2000 metri, nella valle di Qadisha, si innalza ciò che rimane della foresta dei Cedri di Dio. Alcuni alberi, cresciuti liberi e intoccati, raggiungono i 35 metri d’altezza e i loro tronchi superano i 12 metri di circonferenza, assolutamente giganteschi.
L’area è oggi rigorosamente protetta ed è infatti accessibile solo con guide autorizzate, nel rispetto della salute e del mantenimento di un ecosistema delicatissimo. Ogni passo all’interno della foresta è un viaggio nella memoria di più popoli, ma soprattutto un invito alla contemplazione e alla consapevolezza della vita.
Tanto che, nel 1998, l’UNESCO ha riconosciuto ufficialmente l’importanza dei Cedri di Dio, inserendoli tra i patrimoni dell’umanità, sancendo così il loro valore universale. Questa foresta è uno dei luoghi più evocativi del Medio Oriente un monumento verde alla resistenza della natura, da visitare assolutamente almeno una volta.