La recente normativa riguardante le key box, ovvero quelle cassette di sicurezza usate per custodire le chiavi degli appartamenti turistici, sta creando non poco dibattito. Con l’entrata in vigore della circolare firmata dal capo della polizia, Vittorio Pisani, il panorama degli affitti a breve termine e della gestione delle strutture ricettive è destinato a cambiare radicalmente. Scopriamo insieme quali sono le novità e come influenzeranno il settore con una particolare attenzione anche alla sicurezza.
Con la circolare datata 18 novembre, è stato ufficialmente deciso di eliminare le key box, dispositivi che erano diventati comuni nei contesti degli affitti brevi. Il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ha già annunciato che nelle prossime ore si metterà in contatto con il prefetto e il questore per definire modalità di intervento per rimuovere queste cassette di sicurezza. Queste misure puntano a garantire una gestione più sicura delle strutture ricettive. A prima vista, l’idea di un check-in semplificato attraverso una key box potrebbe sembrare conveniente, ma i rischi legati alla sicurezza hanno prevalso. In sostanza, l’operazione mira a garantire che tutti gli ospiti siano identificabili e che non ci siano situazioni ambigue che possano minacciare la sicurezza pubblica.
In molte città italiane, questi dispositivi sono diventati quasi un simbolo del turismo moderno, permettendo a proprietari e viaggiatori di interagire senza la necessità di un incontro fisico. Tuttavia, il nuovo approccio sottolinea l’importanza dell’interazione diretta e del controllo, un cambiamento che sembra doveroso in tempi in cui le preoccupazioni relative alla sicurezza sono all’ordine del giorno. Le autorità locali stanno ora cercando di capire come implementare la legge, coinvolgendo vari livelli di gestione, dal sindaco ai prefetti, fino alle questure, per rendere il processo il meno traumatico possibile.
Check-in in presenza: un nuovo modo di accogliere gli ospiti
Dopo l’introduzione della circolare, il check-in presso le strutture turistiche dovrà avvenire esclusivamente in presenza. Questa decisione non solo mira a garantire la sicurezza di tutti, ma si configura anche come un passo indietro rispetto alla digitalizzazione delle procedure di arrivo e partenza. I proprietari di case vacanza, da oggi in poi, dovranno accogliere fisicamente i loro ospiti, garantendo così un’interazione diretta e, soprattutto, l’identificazione accertata degli stessi. La circolare mette in evidenza che la gestione del check-in automatizzato, senza un’adeguata verifica della personalità del cliente, può risultare problematica e contraria ai requisiti di sicurezza previsti dalla legge.
Negli scambi della modalità di accoglienza al nuovo sistema, non si può fare a meno di considerare quanto la digitalizzazione, che ha permesso una più ampia accessibilità nel campo degli affitti brevi, potrebbe ora vedersi limitata. È stato reso chiaro che i gestori delle strutture devono attuare una registrazione manuale e diretta dei visitatori per assicurarsi che le generalità di chi soggiorna siano effettivamente conosciute. I controlli di sicurezza diventano così una priorità, al fine di scongiurare la possibilità che individui non identificabili possano accedere alle strutture ricettive.
Obbligo di verifica: cosa cambia per la registrazione degli ospiti
Con l’entrata in vigore della nuova normativa, ci sono cambiamenti significativi anche per quanto riguarda la comunicazione dei dati degli ospiti alle autorità competenti. Le strutture turistiche dovranno informare le questure sui dettagli dei loro visitatori entro un tempo specifico: sei ore per i soggiorni brevi e 24 ore per quelli più lunghi. Questa nuova regola implica che i gestori non potranno più accettare documenti inviati tramite WhatsApp o email, ma dovranno verificare l’identità dei turisti di persona. Questa modifica si traduce in un aumento dei compiti per i proprietari, che dovranno garantire non solo la registrazione degli ospiti, ma anche un’interazione faccia a faccia per la verifica dei documenti.
Tale nuova pratica è pensata per rendere più difficile per individui sospetti o mascherati dalle loro identità di nascondersi nelle strutture ricettive. Le autorità stanno cercando di rendere chiara l’importanza di evitare situazioni in cui gli ospiti non possono essere identificati. Si evitano così potenziali pericoli sia per i vicini che per la comunità in generale. Ogni gestore di un’attività turistica ha quindi anche la responsabilità di avere sott’occhio la sicurezza non solo dei propri clienti, ma dell’intera collettività. Questa visione del servizio turistico cresce in importanza alla luce di una crescente consapevolezza dei rischi coinvolti e della necessità di pratiche più sicure.
Scambio casa: necessità di verifica anche per gli scambi di alloggi
È importante notare che anche le pratiche di scambio casa, come per esempio quelle comunemente pubblicizzate su piattaforme come HomeExchange, dovranno ora rispettare la stessa regolamentazione. Ogni operazione dovrà prevedere un incontro diretto per verificare l’identità di chi entrerà nell’alloggio. La circolare dettaglia questi requisiti e sottolinea che i dati di chi subentra in un appartamento devono essere comunicati alle autorità competenti, evitando forme di registrazione telematica.
In un mondo dove le interazioni digitali hanno preso il sopravvento, questa ritorno alle radici del contatto umano offre una riflessione importante sui cambiamenti nella società. Malgrado possano sembrare restrittivi, questi requisiti si pongono l’obiettivo di proteggere senza compromettere il valore dell’esperienza di accoglienza. In fondo, la sicurezza è una delle principali preoccupazioni che tutti i viaggiatori hanno. L’idea è che con una maggiore trasparenza e identificazione ci si possa sentire più al sicuro, sia nei confronti dei residenti delle aree che degli altri turisti.
Controlli più severi: l’importanza della normativa
Infine, i controlli sulla nuova normativa, come sottolineato nella circolare, saranno affidati alle questure che dovranno verificare l’attuazione delle direttive. I prefetti sono invitati a comunicare le norme nei comitati provinciali per l’ordine e la sicurezza, assicurando in questo modo che tutte le parti coinvolte siano informate e consapevoli delle nuove procedure. Questo approccio integrato dovrebbe facilitare una transizione più fluida verso un sistema che, sebbene più rigido, punta a proteggere i cittadini e i turisti.
Ci si aspetta anche che le autorità monitorino attentamente l’applicazione delle nuove regole, rendendo chiaro che la sicurezza collettiva è la vera priorità. Il richiamo a un maggiore controllo si traduce in un discorso più ampio sulle responsabilità condivise sia dei gestori delle strutture che delle autorità pubbliche. Il tempismo e la consultazione saranno elementi chiave per garantire il buon esito di questo cambiamento.