La Legge 335 offre un’importante rete di sicurezza per i dipendenti pubblici che si trovano ad affrontare sfide legate alla salute.
La Legge n. 335 del 1995 rappresenta un importante strumento di protezione sociale per i dipendenti pubblici con inabilità al lavoro. In particolare, l’articolo 2, comma 12, prevede il diritto a un trattamento pensionistico anticipato per quei lavoratori che non possono più proseguire la loro attività lavorativa a causa di una malattia o di un’infermità non riconducibile a causa di servizio. Questa legge ha lo scopo di garantire un supporto economico a coloro che si trovano in condizioni di grave disagio a causa di problemi di salute.
Per poter beneficiare della pensione di inabilità, è necessario che il dipendente soddisfi alcuni requisiti specifici. Innanzitutto, deve avere un’anzianità contributiva di almeno cinque anni, di cui almeno tre devono essere stati accumulati nel quinquennio che precede la richiesta della pensione. Inoltre, è fondamentale che la cessazione del rapporto di lavoro sia avvenuta a causa di un’infermità non dipendente da causa di servizio. Infine, è necessario che ci sia un riconoscimento ufficiale dello stato di assoluta e permanente impossibilità a svolgere qualsiasi attività lavorativa.
Procedura per la richiesta della pensione di inabilità
La procedura per richiedere la pensione di inabilità prevede diversi passaggi. Il dipendente, o l’ex dipendente, deve presentare domanda all’amministrazione presso la quale ha prestato servizio, utilizzando la modulistica specifica fornita dall’ufficio competente. È fondamentale allegare un certificato medico che attesti lo stato di inabilità assoluta e permanente. Questa attestazione sarà soggetta a verifica da parte delle commissioni mediche competenti, che hanno il compito di accertare le condizioni di salute del richiedente.
Una volta ricevuto l’esito degli accertamenti sanitari, se il riconoscimento dell’inabilità è positivo, viene emesso un provvedimento di cessazione dal servizio per inabilità. A questo punto, tutta la documentazione, compreso il verbale della commissione medica, viene trasmessa al Fondo di Quiescenza. L’ufficio competente si occuperà poi di emettere il provvedimento di attribuzione della pensione di inabilità.
Oltre alla pensione di inabilità, esistono altre possibilità di accesso anticipato alla pensione per i lavoratori con invalidità. Ad esempio, il regime della “Quota 41 precoce” consente a coloro che hanno accumulato almeno 41 anni di contributi e possiedono una percentuale di invalidità pari o superiore al 74% di richiedere la pensione anticipata. In questo caso, non ci sono requisiti riguardanti l’età anagrafica, ma è necessario avere versato almeno un anno di contributi prima del compimento del diciannovesimo anno di età.
In aggiunta, i lavoratori del settore privato con una percentuale di invalidità pari o superiore all’80% possono accedere alla pensione con undici anni di anticipo rispetto all’età pensionabile standard (67 anni), a patto di avere almeno 20 anni di contributi. Per le donne, l’età minima per richiedere la pensione anticipata è di 56 anni, mentre per gli uomini è di 61 anni.
Un’altra opzione per le persone con invalidità riconosciuta dal 75% al 99% è l’Ape Sociale, un’anticipazione pensionistica che può essere richiesta al raggiungimento del 63° anno di età, purché siano stati versati almeno 30 anni di contributi.
La causa di servizio è un altro aspetto importante da considerare per i dipendenti pubblici che si trovano in situazioni di inabilità. Questo processo può richiedere tempi lunghi e prevede una serie di passaggi specifici. Il dipendente deve iniziare con la richiesta di una visita medico-collegiale, che serve per accertare l’inabilità. L’amministrazione invia quindi la richiesta all’ufficio medico-legale competente, il quale fisserà la visita.
Dopo la visita, se la commissione medica riconosce l’inabilità assoluta e permanente, il dipendente viene collocato a riposo con diritto alla pensione dal giorno successivo.