Non passano inosservate le polemiche relative ai Mercatini di Natale di Aosta, una manifestazione che quest’anno si preannuncia ricca di eventi e iniziative legate alla viticoltura eroica. La diatriba è stata innescata dall’esclusione del Cervim, il centro di ricerca che si occupa della valorizzazione della viticoltura montana, dalla pianificazione di iniziative che dovrebbero mettere in risalto un patrimonio enologico importante per la regione. La critica in particolare del presidente Nicola Abbrescia rivela un malcontento che si intreccia con la tradizione e l’identità vinicola locale. La manifestazione, in programma dal 23 novembre 2024 al 6 gennaio 2025, si avvicina con un dibattito aperto su come questa edizione possa riflettere la realtà vitivinicola valdostana.
La celebre manifestazione dei Mercatini di Natale di Aosta si prepara a tornare in grande stile a Piazza Chanoux, dopo ben 19 anni di assenza. Questo ritorno è un evento eccezionale non solo per i cittadini, ma soprattutto per l’immagine turistica della città e dell’intera regione. La scelta di includere temi come la viticoltura eroica non è solo una decisione estetica, ma anche una strategia per valorizzare l’offerta gastronomica locale. I Mercatini rappresentano un’opportunità per promuovere non solo i prodotti tipici, ma anche la storia e le tradizioni che li accompagnano. Abbrescia, il presidente di Cervim, pur apprezzando il coinvolgimento di temi così vitali per il territorio, ha espresso disappunto per la mancanza di un contatto diretto tra organizzatori e le realtà locali come la sua. Questa omissione potrebbe rappresentare una mancanza di coordinamento che a lungo termine potrebbe nuocere agli interessi di tutti, portando a esiti meno favorevoli per l’immagine e la valorizzazione del settore vitivinicolo.
Il focus sulla viticoltura eroica
Uno degli aspetti più rilevanti dei Mercatini di Natale di quest’anno è il tema della viticoltura eroica, che non è solo una pratica agricola, ma un vero e proprio stile di vita per molti produttori locali. Durante l’evento, diversi produttori di vino, provenienti da Trentino e Alto Adige, sono invitati a condividere le loro esperienze. Questi eventi, che includono talk e dibattiti, sono fondamentali per sensibilizzare il pubblico sui valori di questa forma di agricoltura che richiede grande passione e dedizione. Già nei primi weekend la Cantina Valle Isarco ha preso parte a un talk, e queste interazioni sono un modo per chiarire e approfondire i temi legati alla viticoltura montana. La presenza di esperti e intervistatori permetterà un confronto che dovrebbe rivelarsi fruttuoso non solo per i partecipanti, ma anche per i visitatori che giungeranno in città per l’occasione. Malgrado l’assenza del Cervim in modo ufficiale, l’interesse e l’importanza del tema non appaiono in discussione.
Critiche e opportunità di collaborazione
La lettera di Abbrescia al sindaco non è solo un grido d’allerta, ma anche una richiesta di apertura verso un dialogo più costruttivo. Il Cervim, come esempio emblematico di valorizzazione del patrimonio vitivinicolo, desidera vedere riconosciuto il proprio lavoro e il ruolo che ha nel territorio. La richiesta di miglior coordinamento è esplicita e suggerisce che esiste una possibilità di sinergia tra tutte le entità coinvolte, per amplificare i risultati ed elevare il valore della manifestazione. Non è solo questione di partecipazione a eventi, ma di costruire un’immagine comune e collaborativa della Valle d’Aosta, che tenga conto della sua storia vitivinicola e dei successi ottenuti nel corso degli anni. Se in futuro ci sarà una collaborazione più attiva e propositiva, la comunità potrebbe beneficiare in modo significativo, sia in termini di comunione di intenti che di risultati concreti e visibilità.
Sullo sfondo di questa diatriba ci sono anni di storia e una tradizione che si rinnovano, mentre i Mercatini di Natale di Aosta si preparano a tornare come un faro culturale ed enogastronomico. La sfida resta aperta e il dialogo, anche se imperfetto, è l’unica via per garantire un futuro migliore per tutti, a patto di mantenere le radici e di valorizzare ciò che rende unico il nostro territorio.