Il recente tumulto politico che ha coinvolto il Governo Meloni ha lasciato il segno, esponendo fratture interne nel campo del centrodestra. Le tensioni si sono amplificate durante la discussione del Dl Fiscale, culminando in due pesanti sconfitte in commissione Bilancio al Senato. Così, la scena politica italiana si riempie di interrogativi e tensioni, rendendo cruciale seguire gli sviluppi di questa crisi.
In un contesto di instabilità, il Governo Meloni ha subito un doppio affronto in commissione Bilancio del Senato. Qui, la maggioranza ha faticato a mantenere una linea unitaria, portando all’approvazione del Dl Fiscale. I risultati di queste votazioni evidenziano una netta spaccatura all’interno della coalizione di centrodestra. Mentre Fratelli d’Italia e Lega hanno sostenuto un emendamento per il taglio del canone Rai, Forza Italia ha scelto di allearsi con le opposizioni per bocciare la proposta lanciata da Matteo Salvini. Questo strano allineamento ha fatto vibrare i cordoni della politica, segnalando una crescente tensione tra i vari attori del governo. Poco dopo, i senatori leghisti, evidentemente frustrati, hanno deciso di astenersi da un’altra votazione, contribuendo così al fallimento di una proposta di Claudio Lotito in merito alla sanità calabrese. Gli eventi di oggi non sono solo il risultato di voci discordanti, ma rappresentano una crisi profonda e persistente nelle relazioni del centrodestra.
Storico di divisioni all’interno della maggioranza
Le spaccature già in atto non sono un fenomeno isolato. Analizzando i precedenti, si notano segni evidenti di divisione. Ricordiamo che proprio prima del Natale 2023, sulla ratifica delle modifiche del Mes, Forza Italia aveva scelto di astenersi, contrariamente ai partners di governo, Lega e FdI, che si erano opposti in modo determinato. Questa situazione aveva condotto la Camera a respingere la ratifica del trattato, sollevando interrogativi su che direzione prendere, così come ha fatto il capogruppo azzurro Roberto Pella, il quale si era espresso sull’importanza di mantenere rapporti collaborativi con le istituzioni europee. Altre situazioni di frattura si sono verificate nei mesi successivi, specialmente riguardo al tema del terzo mandato per i governatori regionali. In una serie di votazioni, la Lega ha visto rifiutato il proprio emendamento, mentre FdI e Forza Italia si sono schierati con le opposizioni. I numeri parlano chiaro: quattro voti favorevoli contro 16 contrari. Questa sequenza di eventi mette in luce un governo instabile, che potrebbe facilmente trovare difficile mantenere la propria posizione.
Temi caldi che allontanano le forze della coalizione
La crescente lista di questioni divisive tra Lega e Forza Italia non mostra segni di rallentamento. Entrambi gli schieramenti sembrano desiderosi di conquistare il favore dell’elettorato, il che sta accentuando tensioni che sono già palpabili. Matteo Salvini e Antonio Tajani stanno assumendo ruoli sempre più distanti, non solo nella gestione delle questioni domestiche ma anche su palcoscenici internazionali. La reazione di Lega e Forza Italia sulle questioni di politica estera, come la guerra in Ucraina e quella in Medio Oriente, è emblematico di una spaccatura che si allarga. Mentre Salvini ha attaccato i giudici della Corte Penale Internazionale per il mandato d’arresto nei confronti di Netanyahu, Tajani ha cercato di mantenere un profilo diplomatico, raccomandando cautela nell’espressione di opinioni così delicati. Le tensioni non si fermano qui; la Commissione di Ursula von der Leyen ha visto un voto contrario della Lega e favorevole di Forza Italia, un chiaro segnale di come le divergenze stiano influenzando le alleanze politiche non solo in Italia, ma anche nel contesto europeo.
L’epilogo di questi eventi suggella un momento di fragilità nella governance italiana, dove le divergenze tra alleati storici mettono a rischio la stabilità dell’intera coalizione. Una situazione sicuramente da tenere sotto osservazione, poiché gli sviluppi futuri potrebbero determinare nuove direzioni nella politica nostrana.