2025 ricco per alcune categorie. Nuovo bonus su pensioni e buste paga: ecco cosa cambia con la nuova legge di Bilancio.
Lo scorso 15 ottobre il Consiglio dei ministri ha approvato il disegno di legge recante il bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2025 e bilancio pluriennale per il triennio 2025-2027 con cui ha apportato novità incisive su pensioni e buste paga. Nonostante le critiche dell’opposizione, e alcuni dubbi incerti sottolineati dagli addetti ai lavori, il decreto sembra prevedere alcune novità importanti a favore dei cittadini.
Ma che cosa cambia? Vista la precaria situazione internazionale caratterizzata dalla guerra russo-ucraina e dalla situazione instabile in Medio Oriente, il governo ha ritenuto opportuno concentrarsi su alcuni temi interni: dalla riduzione della pressione fiscale al sostegno ai redditi medio-bassi dei lavoratori dipendenti e dei pensionati, ma anche il rifinanziamento del fondo sanitario nazionale con un’attenzione particolare rivolta la sostegno delle famiglie numerose, oltre che per incentivare la natalità. Sono state messe a disposizione anche risorse per per il rinnovo dei contratti della pubblica amministrazione.
Interesse non indifferente anche verso il taglio al cuneo contributivo a carico del lavoratore che viene sostituito in busta paga con un nuovo bonus cash. Inoltre è stato confermato il Bonus Irpef 2025 (ex Bonus Renzi). Previsti anche incentivi automatici e detrazioni in busta paga in base al reddito complessivo. I privilegi accertati dalla legge di Bilancio ai lavoratori, come il cash e le detrazioni vengono riconosciute automaticamente.
Legge di Bilancio 2025, aumento pensioni: le quote
Secondo la nuova legge di Bilancio 2025 le pensioni subiranno un aumento ma senza penalizzazione. Il ministro dell’economia Giorgetti ha infatti affermato che dal 2025 riprenderà appieno la rivalutazione delle pensioni per cui si applicheranno le aliquote previste con la legge 388 del 2000 che prevede 3 fasce di valutazione:
- al 100% fino a tre volte il minimo,
- al 90% fra quattro e cinque volte,
- al 75% per gli assegni superiori a cinque volte il minimo.
Per quanto riguarda le minime invece non è stato ancora reso noto se ci sarà un tocco al rialzo, o se la legge ha previsto la maggioranza del 2,7% elargita lo scorso anno. Un dato ancora non comunicato e che sta dando adito all’opposizioni di muovere diverse critiche. I passi del governo verso la gestione delle risorse economiche a disposizione sono diversi, e hanno ricevuto anche l’approvazione di una parte dell’opinione pubblica, Tuttavia gli avversati politici hanno posto sotto i riflettori alcune mancanze del vertici governativi.