L’industria automobilistica europea sta vivendo giorni turbolenti con la recente notizia che Carlos Tavares, uno dei principali artefici della fusione tra PSA e FCA, ha lasciato il suo ruolo di amministratore delegato di Stellantis. Nonostante il suo contratto dovesse proseguire fino al 2026, il consiglio di amministrazione ha preso la decisione all’unanimità. Questo cambiamento ha colto molti di sorpresa, in quanto era già noto che Tavares avrebbe abbandonato la guida dell’azienda, ma la modalità e il tempismo hanno sollevato dubbi e discussioni all’interno del settore.
Le circostanze del ritiro di Tavares
Sotto la direzione di Tavares, Stellantis era diventata una realtà di spicco nel mercato automobilistico globale, ma si sono evidenziate divergenze crescenti tra lui e il consiglio di amministrazione. Henri de Castries, un importante membro del consiglio, ha sottolineato che il successo dell’azienda si basa su un allineamento tra azionisti, consiglieri e l’amministratore delegato. Secondo lui, recenti differenze di vedute hanno portato alla decisione di liberarsi di Tavares. Questa situazione evidenzia non solo tensioni interne, ma anche preoccupazioni legate alle vendite in America e agli impatti sul mercato. La realtà è complessa, con analisi che mettono in luce i malumori tra i manager e pressioni interne ed esterne legate alla performance di Stellantis.
Il futuro di Stellantis e l’importanza della transizione
Dopo le dimissioni di Tavares, ora il focus si sposta sul futuro dell’azienda. Non si prevede un’accelerazione nella scelta di un suo successore permanente che non arriverà, come indicato, prima della metà del 2025. Nel frattempo, John Elkann si prepara a guidare un nuovo comitato esecutivo che dovrà mantenere viva l’attenzione sulla strategia aziendale. Mentre alcuni nomi vengono sussurrati come possibili successori, il consiglio sta lavorando meticolosamente per garantire che il prossimo CEO sia in linea con gli obiettivi a lungo termine di Stellantis, con l’attenzione rivolta non solo agli azionisti, ma anche agli oltre 400 mila lavoratori dell’azienda a livello mondiale.
Reazioni dal mondo politico e sindacale
Le reazioni alla notizia delle dimissioni di Tavares non sono tardate ad arrivare, direttamente da esponenti politici e sindacali. Tommaso Foti di Fratelli d’Italia ha dichiarato che Elkann deve rispondere urgentemente alle esigenze del settore, sottolineando che la transizione del management deve essere accompagnata da responsabilità. Anche Antonio Misiani, membro del Partito Democratico, ha evidenziato l’importanza di voltare pagina e di presentare un piano industriale adeguato in tempi difficili per l’industria auto. Le richieste di chiarimenti da parte di chi rappresenta il governo si sono intensificate, con un fervente invito a Elkann a intervenire in Parlamento.
Le aspettative per il futuro
Oltre alla necessità di un nuovo leader, l’industria automobilistica si confronta con sfide significative. Le dimissioni di Tavares sono un campanello d’allarme in un momento critico, in cui l’occupazione e i piani industriali sono in discussione. Molti si aspettano misure concrete per affrontare questioni urgenti come il calo delle vendite e la stabilità dei posti di lavoro. Sono stati organizzati scioperi e manifestazioni per richiedere un intervento tempestivo da parte del governo e impegni chiari da parte della dirigenza di Stellantis. Con l’uscita di Tavares dall’azienda, le speranze per un cambiamento positivo e per un nuovo piano strategico sono elevate, ma molto resta da fare per riportare l’industria nel giusto solco di crescita.